Nel blu dipinto di blu

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Pagina pubblicata in data 1 febbraio 2023
Aggiornata il 2 febbraio 2023

È il 1° febbraio del 1958 quando Domenico Modugno sale sul palco del teatro Ariston di Sanremo.

Quello che avviene in quei pochi minuti cambierà per sempre la storia della musica italiana ed internazionale. Divenendo in breve tempo una delle canzoni italiane più famose e di successo in tutto il mondo. Questa canzone, infatti, rappresentare un fatto rivoluzionario nella storia della musica nostrana e l'apice della carriera dell'artista nato a Polignano a Mare.

Con quella canzone Domenico Modugno vincerà Sanremo, e da quel momento, la sua ascesa è di fatto inarrestabile. Terza classificata all'Eurovision Song Contest del 1958, è stata prima nella classifica dei singoli più venduti negli Stati Uniti per ben 5 settimane.

Solo nel 1958 il singolo vendette ottocentomila copie in Italia e oltre ventidue milioni nel mondo.

A maggio del 1959, nella prima edizione di sempre dei Grammy Award, il premio più importante riconosciuto dalla discografia americana, Modugno vince due premi, Disco dell'anno (Record of the year) e Canzone dell'anno (Song of the year), un record in sé e per sé.
Negli Stati Uniti il cantante di Polignano a Mare fu ribattezzato come Mister Volare.

Incise la canzone in ben 13 lingue, che vendette più di 22 milioni di dischi in tutto il mondo. Una canzone tanto straordinaria che artisti come David Bowie, Ella Fitzgerald, Dean Martin, Louis Armstrong e molti altri si cimenteranno con essa.

Modugno in un'intervista raccontò che "in una stazione radio del Michigan o dell'Indiana [...], arrivò un signore con il mio disco e lo mandò in onda: il giorno dopo si ebbero duemila telefonate di gente che voleva risentirlo. Lo rimandò in onda: il giorno appresso altre duemila telefonate. L'exploit di – Volare - nacque lì".

Eppure, da principio, Modugno non avrebbe dovuto neppure cantarla. Si sarebbe dovuto limitare a firmare il brano. Alle prove, però, nessuno dei concorrenti né fu convinto, anzi, alcuni rifiutarono categoricamente una canzone che sembra – per citare Gorni Kramer – "una pazzia senza stile".

Modugno sarà così "costretto" a cantare il suo brano. Fu il primo cantante e autore (cioè cantautore) in gara nella storia di Sanremo, un'altra rivoluzione. Modugno si esibisce alternandosi a Johnny Dorelli (fino al 1971 vige la regola del doppio interprete). Anche nella sua esibizione farà la storia. Infatti, il cantante azzardò un movimento ampio delle braccia mentre intonava il ritornello, sottolineando il gesto del volo.

Un atteggiamento lontano "anni luce" dall'immobilità dei cantanti dell'epoca. Tanto che quel gesto è stato immortalato in una statua di bronzo alta 3 metri dallo scultore argentino Hermann Mejer e posata proprio a Polignano a Mare.

"Nel blu dipinto di blu" è anche un salto in lungo rispetto alle canzoni arrivate fino ad allora sul palco dell'Ariston: un brano senza lacrime e sospiri, senza enfasi melodrammatiche. Una canzone che puntava sulla fusione equilibrata del suo significato letterale e di quello indotto dall'esecuzione magistrale di Modugno.

Merito anche dell'arrangiamento di Alberto Semprini. Un tocco di swing in un brano melodico, per una strana ibridazione che segna il passo di una musica leggera che si evolve.

"Nel blu dipinto di blu", ribattezzata praticamente subito a furor di popolo "Volare", diventerà un vero e proprio fenomeno sociale.

Il brano fu scritto a Roma nell'estate del 1957 da Domenico Modugno e da Franco Migliacci. Nel corso degli anni si sono raccontante diverse storie su come avvenne la stesura del testo della canzone. Quello che sappiamo è che il nucleo primigenio della canzone nasce dall'osservazione del quadro "Le coq rouge dans la nuit" di Marc Chagall. Svegliatosi ancora frastornato dopo una sbronza, la prima cosa che vide Migliacci, fu una copia del quadro di Chagall che aveva appeso su una parete di casa.

L'opera raffigura un uomo che vola. Suggestionato dall'opera le prima parole che scrisse furono le seguenti: "Di blu mi sono dipinto / di blu mi sono vestito / per intonarmi al cielo / lassù nel firmamento / volare verso il sole".

Assieme a Modugno continuò a lavorare al testo per diversi mesi, fino a quando a quest'ultimo venne in mente il ritornello. A quanto pare i due autori non erano del tutto allineati sul testo del pezzo. Se lo litigarono a lungo.

La moglie di Modugno racconta che un giorno dell'autunno del '57, scoppiò un gran temporale su Roma. Modugno stava suonando al piano nella loro casa di Piazza Cardinal Consalvi, a Ponte Milvio, quando all'improvviso la finestra si spalancò e tutti i fogli volteggiarono nell'aria. Rapito da quel momento, il cantante pugliese iniziò a canticchiare "volare, oh oh".

Migliacci, successivamente, ha rivelato che in realtà la canzone è figlia di un incubo, messo nero su bianco nel giorno più triste della sua vita. "Nel blu, dipinto di blu", quindi, sarebbe la storia di un sogno, o meglio di un incubo. D'altronde, il riferimento all'inizio del brano è molto chiaro, con il verso "Penso che un sogno così non ritorni mai più",

"Mi dipingevo le mani e la faccia di blu. Poi d'improvviso venivo dal vento rapito e incominciavo a volare nel cielo infinito." E ancora: "Volavo felice più in alto del sole ed ancora più su, mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù."

Tutt'altro che felice e spensierato, in quel periodo, Franco Migliacci pativa le pene dell'inferno per amore e, nemmeno troppo inconsciamente, pensava di farla finita, volandosene via per sempre. Soltanto sparire avrebbe potuto alleviare le sue pene. È curioso come da un pensiero di morte sia nato un inno alla gioia.

Dott. Francesco Russo

Articolo tratto dal sito www.brioweb.eu
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